Il Collio è territorio di grandi vini bianchi, vini di pietra e di vento, eleganti e strutturati, con un incredibile potenziale d’invecchiamento. Oslavia è parte del Collio e lo completa, ma ha una sua autonomia, una sua storia, una sua filosofia dei vini.

Collio e Oslavia

Se il Collio è la patria dei vini bianchi, Oslavia è la culla dei vini macerati: vini autentici ed ostinati, in cui la fermentazione sulle bucce regala sensazioni nuove e sposta gli equilibri convenzionali.
Il terroir di Oslavia è una combinazione irripetibile altrove, un microcosmo unico nel cuore del Collio, incastonato tra le vette delle Alpi Giulie ed il mare Adriatico, caratterizzato da notevoli escursioni termiche e ventilazione costante. L’impasto del terreno, che chiamiamo “ponca”, conferisce un’impronta territoriale inconfondibile. I nostri vigneti sono situati ad un’altezza media di 180-200 metri s.l.m., godono quindi di una privilegiata esposizione ai raggi del sole, su un terreno sempre ben drenato e beneficiano della costante ventilazione della Bora che soffia da nord-est ed evita cosi la formazione di muffe, garantendo l’aerazione dei grappoli e tutelando ogni pianta.
La profonda conoscenza dei nostri vigneti storici, che coltiviamo da generazioni, ci porta ad interpretare il territorio in modo originale ed unico.

La Ponca

L’apporto della “ponca” è decisivo per ottenere le caratteristiche principali dei nostri vini, come mineralità, struttura ed eleganza.
La “ponca” infatti è un terreno di origine eocenica, le cui marne sono ricchissime di sedimenti minerali, in particolare ferro e manganese, che si sono depositati un tempo sui fondali marini e sono rimasti nell’impasto.
E’ un terreno sciolto, povero in sostanza organica, molto ben drenato, costituito da strati alternati di marna ed arenaria, in grado di restituire alle radici più profonde l’umidità accumulata, resistendo alla siccità.

La Bora

Un altro elemento fondamentale del clima delle nostre colline è rappresentato dalla bora, che quando soffia, specialmente in inverno, raggiunge anche i 120km/h. La bora è un vento secco e freddo, costituito da masse d’aria fredde che scendono veloci dai rilievi del Carso, riversandosi con potenti raffiche lungo il Golfo di Trieste e le coste del medio-alto Adriatico, con direzione Est-Nord Est. Chiamiamo Bora chiara, quella accompagnata da tempo sereno e temperature basse, Bora scura invece quella che porta nuvole, pioggia o nevicate.
Immaginate l’azione di questo forte vento tra i vigneti: oltre a tenere sotto controllo l’umidità, dà luogo ad escursioni termiche tra il giorno e la notte, che favoriscono la concentrazione aromatica delle uve e il bilanciamento della componente acida.

 

A me non dispiace, anzi; sono nato con la bora e ci ho convissuto tutta la vita. Ricordo quando da piccoli, andavamo a scuola a piedi, camminando per chilometri, tenendoci per mano per non cadere. Il vento era cosi forte che riusciva a farci cadere per terra, allora ridevamo, ci alzavamo e riprendevamo il cammino”.

Silvan Primosic